San Nicolò
nacque a Patara nell’Asia Minore intorno all’anno 270. Fu vescovo di
Mira e visse la grande stagione del Cristianesimo che, uscito dalle
catacombe dopo l’editto di Costantino, stava in quel tempo diffondendosi
per il mondo. San Nicolò fu soprattutto un santo evangelizzatore e la
sua vita fu un continuo pellegrinare sulle strade che lo portarono in
Lidia, in Grecia, a Betlemme, a Gerusalemme e a Roma. Dall’Imperatore
Costantino ricevette l’incarico di convertire gli ariani e di combattere
il paganesimo e l’idolatria e, come tutti i santi evangelizzatori
vissuti nei primi secoli del cristianesimo, anche a San Nicolò furono
attribuiti poteri soprannaturali per debellare l’elemento demoniaco
contro il quale il santo fu in perenne antagonismo. La sua vita fu
costellata da prodigi e da fatti miracolosi,
placò tempeste, liberò invasati dalla presenza del demonio, distrusse
templi, abbatté idoli, dotò le vergini e consolò gli afflitti, ma il suo
miracolo più famoso resta quello della resurrezione dei tre giovinetti
uccisi dall’oste sciagurato e offerti come carne ai pellegrini. Fu
questo probabilmente il motivo per cui si volle San Nicolò protettore
dei giovani ed in seguito, per estensione, anche degli scolari e dei
bambini in genere per cui è comprensibile la sua trasformazione in quel
Santa Claus (Sanctus Nicolaus) che tanta fortuna ebbe e continua ad
avere nell’Europa centrosettentrionale e nei paesi anglosassoni e che
nei paesi latini è conosciuto invece come Babbo Natale. Ma San Nicolò
non fu soltanto il protettore della gioventù. Viandante egli stesso, fu
il Santo al quale si raccomandavano e si affidavano tutti coloro che si
mettevano in viaggio per terra e per mare ed ecco dunque San Nicolò
diventare protettore dei pellegrini, dei romei, dei palmieri e,
naturalmente, anche dei naviganti e dei pescatori.
La sua fama, che fu già grande quando era in vita soprattutto in Asia
Minore, in Terra Santa, in Russia e in Grecia, dopo la sua morte si
dilatò a dismisura
e si diffuse anche in tutta l’Europa occidentale allorché le sue
spoglie, minacciate a Patara dalle invasioni saracene, furono traslate a
Bari nel 1087. Da quel momento, eravamo alla fine dell’XI secolo, il
culto di San Nicolò si diffuse con maggior vigore in tutto il mondo
cristiano e si assistette ad una vera e propria fioritura di istituzioni
e fondazioni di chiese, di cappelle e di ospedali intitolati al suo
nome. Come vedremo, anche la Val di Magra non rimase estranea a questo
particolare momento di fervore religioso.
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